Sfruttamento lavoro agricolo: question time ministro Lollobrigida al Senato

Sfruttamento lavoro agricolo: question time ministro Lollobrigida al Senato

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto oggi al Question Time al Senato della Repubblica rispondendo a interrogazioni in merito: allo sfruttamento del lavoro in campo agricolo, alle iniziative da assumere per sostenere il comparto agricolo per i danni da eventi climatici estremi e al G7 Agricoltura in programma a settembre in Sicilia.

Risposta alla sen. Musolino (iv)

Grazie collega per aver posto questo quesito, insieme ad altri che seguiranno in tono simile, ai quali proveremo a rispondere in modo coordinato. La questione del caporalato, dello sfruttamento del lavoro, in particolare in agricoltura, è una questione a cui teniamo molto e che, come lei ha ricordato, emerge e non da oggi, ma da qualche decennio.
Il tragico evento avvenuto in provincia di Latina in cui ha perso la vita il 31enne Satnam Singh e esprimo ancora una volta a nome del governo il cordoglio a lui, alla sua comunità e alla sua famiglia ed in particolare alla moglie,  richiama però oggi l’urgenza del pieno rispetto delle regole e della stringente tutela dei diritti, continuando a intervenire affinché questi episodi criminali non trovino più spazio nel nostro sistema agricolo, costituito da una generalità di imprese serie che agiscono nel rispetto della legge.
Sin dall’insediamento, il Governo Meloni ha operato in questa direzione, mettendo in campo una pluralità di azioni nei diversi ambiti lavorativi e su tutto il territorio nazionale, sulla base degli specifici contesti territoriali.
Siamo intervenuti con il massimo impegno, in stretta collaborazione con gli altri Ministeri compenti, sulle diverse e complesse questioni legate al tema del lavoro agricolo irregolare e contro ogni forma di sfruttamento, nel quadro di una piena attuazione della legge e del piano di contrasto al caporalato, tanto sul fronte della repressione che della prevenzione, tutti temi che evidentemente, almeno sul piano dell’efficacia, non sono stati adeguatamente affrontati dai governi precedenti.
Ricordo infatti la Rete del lavoro agricolo di Qualità, istituita presso l’INPS nel lontano 2014, sulla quale sono emerse numerose esigenze di riforma.  Uno strumento che si è dimostrato inefficacie oppure, se vogliamo essere guardare i numeri fallimentare come testimonia la scarsa adesione delle aziende agricole, che è stata una costante di tutti i 10 anni di attività dei governi che ci hanno preceduto.
Vorrei inoltre ricordare all’interrogante che proprio il Partito Democratico nel 2016, quando Matteo Renzi era Presidente del Consiglio operò una depenalizzazione che io considero sciagurata del reato di somministrazione illecita di manodopera (con decreto legislativo n. 8 del 2016), i cui effetti devastanti hanno portato solo nei primi due anni, un incremento di questo genere di violazioni di circa il 39%. È solo grazie al Governo Meloni che il reato di somministrazione illecita è stato finalmente reintrodotto. Come Ministro dell’agricoltura, in uno dei miei primi provvedimenti, ho dato avvio alla condizionalità sociale, misura che vincola oggi i contributi della Politica agricola comune alla sicurezza lavorativa e al rispetto della normativa sui contratti di lavoro.  L’introduzione di specifiche misure sanzionatorie, con innalzamento delle percentuali di riduzione degli aiuti e la previsione del meccanismo di sospensione immediata della PAC in caso di procedimenti penali per reato di caporalato, oltre all’inasprimento dei provvedimenti in caso di recidiva (decreto legislativo n. 188 del 2023), sono la dimostrazione concreta della volontà di intervenire in modo mirato per contrastare il fenomeno.
Un altro fronte cardine di intervento è quello della gestione legale dei flussi migratori.
La programmazione su base triennale dei flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri, novità introdotta con il decreto Cutro, ha l’obiettivo di rendere la gestione funzionale alle esigenze delle imprese italiane e alla carenza di manodopera stagionale, traducendo il fabbisogno in lavoro qualificato e istanze di lavoro dignitoso, anche attraverso l’azione delle Organizzazioni di categoria.
Lo scorso giugno, ben prima dell’incidente avvenuto a Cisterna di Latina, abbiamo proposto alcune modifiche ulteriori al Decreto flussi, dal superamento del click day, legato alla verifica della congruità numerica, passando per un aggiornamento procedurale del meccanismo di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Con la nomina del Commissario straordinario per il caporalato, nella persona del prefetto Maurizio Falco, attuata dall’Esecutivo su indicazione del Ministro Piantedosi, così la legge prevede, abbiamo rafforzato l’impegno rivolto al superamento degli insediamenti abusivi, al maggiore contrasto alle condizioni di sfruttamento e al controllo delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
A questo si aggiunge un’azione mirata di intervento, avviata anche nel contesto del PNRR.
Alla misura relativa agli standard abitativi per i lavoratori agricoli, di competenza del Ministero del lavoro, si affiancano quelle gestite dal Ministero dell’agricoltura in materia di sicurezza e produttività, con l’intervento sulla meccanizzazione e l’equa distribuzione del valore tra gli operatori tramite i contratti di filiera. Per salvaguardare le produzioni agroalimentari di qualità e rendere sistematica l’azione di vigilanza all’interno della filiera agroalimentare, abbiamo previsto l’istituzione di una specifica Cabina di Regia a cui partecipano l’Ispettorato antifrodi del Ministero dell’agricoltura, i Carabinieri CUFAA, la Guardia di finanza, le Capitanerie di Porto, l’Agea e l’Agenzia delle Dogane.
L’obiettivo è coordinare i diversi piani di intervento nella direzione di una maggiore efficacia dei controlli, della garanzia del giusto prezzo e del pieno contrasto alla concorrenza sleale in agricoltura che svilisce la qualità del lavoro e favorisce il caporalato.In questo ambito stiamo provvedendo ad introdurre ulteriori specifici interventi, in sede di conversione al Decreto agricoltura, che istituiscono un sistema informativo di condivisione e scambio di dati per lo sviluppo della strategia di contrasto al caporalato.Questo complesso di azioni è una testimonianza del costante impegno del Governo, in carica da 20 mesi, un po’ meno di quelli in cui si rappresenta una questione e una criticità legata al lavoro sommerso, mantenendo ferma la centralità dell’uomo, il suo rapporto con un lavoro che deve essere sempre dignitoso e garante di condizioni di benessere per il lavoratore e la propria famiglia sul territoriuo di questa Nazione.

Risposta alla sen. Naturale (M5S)

Ringrazio l’Onorevole Naturale interrogante perché mi offre la possibilità di illustrare tutte le misure attuate dal Ministero per contrastare la piaga del caporalato. Come ho già detto, oggi una serie di question time su un argomento importante che riguarda il caporalato, in particolare la perdita di un lavoratore che è lavoratore al di là della sua provenienza. Sin dall’insediamento di questo Governo, il Ministero che ho la responsabilità di guidare si sta impegnando per sviluppare il settore agricolo.
La crescita del comparto non può prescindere da un miglioramento generale delle condizioni di lavoro sia dei titolari di aziende agricole che dei dipendenti, ivi compresi quelli stagionali.  Credo, infatti, che l’equità e la giusta remunerazione del lavoro e la sicurezza dei luoghi di lavoro rappresentano delle condizioni non derogabili.  Per questo il Masaf sta innanzitutto lavorando per il rafforzamento del potere contrattuale delle imprese agricole. La distribuzione del valore lungo la filiera e l’adeguata remunerazione delle produzioni agricole si riflette, direttamente, sulla possibilità di offrire migliori condizioni agli occupati del settore. In questa direzione, lo scorso dicembre, abbiamo potenziato la misura dei contratti di filiera con risorse pari ad ulteriori 2 miliardi in sede di riprogrammazione PNRR. L’obiettivo è quello di favorire l’integrazione tra imprese e settori produttivi per garantire la competitività senza incidere negativamente sul contenimento dei costi di produzione, con particolare riguardo alla manodopera.  A questo si aggiunge un controllo più incisivo sulle pratiche commerciali all’intero del sistema agroalimentare attuato tramite le azioni di contrasto alle pratiche sleali.
Allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli operatori, abbiamo destinato risorse senza precedenti per la sicurezza del lavoro agricolo e per l’introduzione di innovazioni tecniche all’avanguardia.
L’obiettivo di questo Governo è diminuire i rischi ed abbattere la piaga delle morti sul lavoro, scopo che dobbiamo raggiungere con strumenti nuovi e più potenti, poiché l’eredità che ci è stata lasciata dai governi precedenti appare in questo senso insufficiente.  Voglio infatti ricordare la Rete del lavoro agricolo di Qualità, istituita presso l’INPS nel lontano 2014 e che oggi necessita di una profonda revisione.  Uno strumento che si è dimostrato fallimentare come testimonia la scarsa adesione delle aziende agricole, che è stata una costante di tutti i 10 anni di attività dei precedenti governi. Dunque se un problema esiste, non riguarda certo la volontà di questo Governo ma l’efficacia di uno strumento disegnato male all’origine.  In tal senso è opportuno ricordare il nuovo bando INAIL con uno stanziamento quasi raddoppiato, da 35 a 90 milioni di euro, per incentivi diretti all’acquisto di mezzi per l’agricoltura più sicuri.  Con questo strumento il Governo ha voluto promuovere e valorizzare le aziende virtuose che puntano sulla sicurezza e alla salute dei lavoratori, andando ben oltre i limiti di legge. La misura PNRR per la meccanizzazione in agricoltura contribuisce, con 500 milioni di euro ad ammodernare i macchinari con lo scopo di aumentare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale del settore.  In questo ambito – e in maniera complementare – opera il Fondo innovazione Ismea, con 100 milioni di contributo a fondo perduto nel 2024, che mira a sostenere la realizzazione e lo sviluppo di progetti di innovazione fino a 500.000 euro nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per modernizzare le imprese, renderle competitive per avere un valore maggiore da ridistribuire in maniera equa all’interno della filiera a cominciare, ovviamente, da coloro che operano all’interno dell’azienda come operai e come lavoratori.
Il rafforzamento della filiera, la correttezza delle pratiche commerciali e il sostegno all’innovazione rappresentano i punti di riferimento per lo sviluppo di un sistema agricolo più equo, legale e competitivo in grado di garantire l’assenza di comportamenti sleali e dello sfruttamento dei lavoratori.

Risposta alla sen. Camusso (Pd)

Grazie Senatrice Camusso anche del suo intervento che è stato particolarmente costruttivo nei toni così come è stato particolarmente costruttivo nei toni e nei modi in tutti i tavoli che abbiamo finora realizzato in tempi non sospetti e prima del tragico evento rispetto a quelle che devono essere le condizioni che pongano fine a un perdurante stato delle cose che mette in condizione di avere una situazione che garantisce poco i lavoratori, che garantisce in particolare poco. Coloro che sono arrivati attraverso decreti flussi male organizzati in passato, una legge che va oggettivamente rivista perché datata e che mette in condizione di rischio e di pericolo e anche, come lei sottolineava, di ricatto fino ad arrivare a quella tragica morte che oggi in quest’Aula denunciamo con il cordoglio tutti e che, come lei sottolineava, è responsabilità di un criminale più che di un imprenditore. Ed è proprio il lavoro che il tavolo che abbiamo composto, che abbiamo riunito l’ultima volta alcuni giorni fa insieme alla collega Calderone, tende a sottolineare come esigenza il rapporto non dicotomico tra imprese e rappresentanze del mondo del lavoro, ma una sinergia di sistema che ponga fine alle condizioni che tutti abbiamo da anni davanti agli occhi e che, al contrario di quanto auspichiamo e restano in una situazione in cui in troppi, dico in troppi e credo da tutte le parti, si siano un po’ voltati dall’altra parte. Abbiamo dato disponibilità come ministero, anche rispetto a denunce anonime, di sostituirci agli ai lavoratori per perseguire chiunque sfrutti il lavoro creando anche quelle condizioni di concorrenza sleale che minano la possibilità delle imprese serie che tutelano i loro lavoratori con adeguate norme di sicurezza oltre che adeguate retribuzioni, che li mettano in condizione di non essere competitivi. Ovviamente, e questo è un argomento serissimo sul quale noi pensiamo il Parlamento debba, insieme al Governo e a tutte le istituzioni di questo Stato, intervenire con una normativa adeguata e l’applicazione di quelle normative che ci sono. Io non ho pregiudiziali anche rispetto a fattori incentivanti. Questo è stato l’esito del tavolo rispetto al controllo delle imprese di qualità visto che la volontarietà non ha portato da nessuna parte. Non so se la possibilità invece di un criterio di obbligatorietà sia recepibile dal nostro sistema ma siamo pronti a discuterne serenamente sulle vicende legate alla congruità. È evidente che lei ha perfettamente ragione. Non è difficile rilevare, né oggi né in passato, lo sviluppo di un fatturato dove non risultano adeguate retribuzioni e un adeguato numero di lavoratori ed è per questo che si è composta una cabina che abbiamo implementato proprio anche in queste ore con il contributo del nostro ministero che è solo per quota parte competente rispetto alle questioni di merito dei lavoratori con l’intervento di Agea che grazie anche alle sue tecnologie di rilevamento, ai contributi richiesti, ai terreni coltivati, alle produzioni che vengono in essere, può segnalare una discrasia rispetto al numero di occupati e a quello che eventualmente percepiscono le norme di sicurezza che vengono poste in essere. Sono stati già annunciati alcuni interventi dalla Presidente Meloni con l’anticipo delle assunzioni dei nuovi ispettori, perché ne servono tanti. Rispetto ai numeri e alla diffusione di questo fenomeno, accentuato anche dalla crisi degli ultimi degli ultimi anni, quello che potevamo fare era cercare di riorganizzare anche il ministero dell’Agricoltura, riportando le dipendenze funzionali del Cufa in capo al ministero dell’Agricoltura e per avere un numero sufficiente anche di uomini delle forze dell’ordine che potessero intervenire. Nei controlli erano rimasti, quando io sono arrivato al ministero, 140 Carabinieri dell’agroalimentare. Per tutto il ministero dell’Agricoltura, l’ispettorato del controllo qualità e repressioni frodi è arrivato a numeri da estinzione. Si è parlato di pioggia di assunzioni quando abbiamo spiegato che assumere persone nello Stato è un fatto positivo perché ci mette in condizione di intervenire, risolvere i problemi e affrontare dei problemi che non possono essere rinviabili, come questo che è stato citato. Da parte nostra non c’è alcuna volontà di ribaltare delle situazioni. Ma come ha fatto lei nel suo intervento, che devo dire con la consueta stima che ho per il suo lavoro, ribadisco che c’è volontà di confronto con le forze sindacali e lo abbiamo fatto dal primo giorno del nostro insediamento con gli interventi che hanno seguito puntualmente gli esiti delle riunioni con interventi fattivi per cercare di chiudere quella stagione nella quale le imprese tentano di fare profitto, come è legittimo che facciano le imprese, ma senza a volte avere il rispetto per un fatto non c’è derogabilità in nome del profitto di alcuna norma di sicurezza dei lavoratori. Su questo io penso, possiamo condividere una intransigenza, che ovviamente deve essere dimostrata con azioni concrete e coerenti che possano migliorare ancor di più la condizione e arrivare a una Nazione che si possa fregiare magari di un record positivo in cui non ci siano più morti sul lavoro ed episodi di questa natura nei quali però ho apprezzato quello che lei ha detto e lo sottolineo ancora una volta non c’è criminalizzazione delle imprese, ma ce un’imputazione di criminali in ogni ambito si annidino, si macchiano di responsabilità gravissime come quella del potenziale omicidio a cui lei ha fatto riferimento.

Risposta al sen. Bergesio (Lega)

Desidero ringraziare il Senatore Bergesio e i colleghi della Lega per aver sollevato questo importante quesito, che mi offre l’opportunità di aggiornare l’Assemblea sulle misure adottate dal Governo Meloni per contrastare le ripercussioni degli eventi siccitosi sui nostri agricoltori.
Poiché la deliberazione dello stato di emergenza nazionale relativo ad eventi siccitosi è competenza strettamente posta in capo al Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare e poiché il coordinamento e la realizzazione delle opere infrastrutturali per la risorsa idrica sono competenze poste in capo al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, risponderò esclusivamente per gli aspetti di competenza del Ministero dell’agricoltura, con gli ampi interventi messi in campo in questi mesi ed anche in queste ore, per affiancare il nostro settore primario.
Con uno dei primi decreti-legge adottati nel 2023 il Governo Meloni ha istituito una Cabina di Regia dedicata alla gestione della crisi idrica, coordinata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e ha provveduto alla nomina del Dott. Nicola dell’Acqua come Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti contro la scarsità idrica. Queste due azioni hanno congiuntamente permesso di avere una visione coordinata e integrata degli interventi necessari.
Nella legge di Bilancio per il 2024 abbiamo provveduto ad istituire un Fondo emergenze in agricoltura, con una dotazione complessiva di 300 milioni di euro, finalizzati a sostenere le imprese agricole e della pesca colpite da eventi non prevedibili.
Attraverso specifici decreti del nostro Ministero, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, saranno presto definiti i criteri di accesso al fondo, individuando i riferimenti delle condizioni di crisi, i beneficiari e le modalità di erogazione delle risorse, al fine di offrire un supporto concreto alle imprese interessate il prima possibile.
Meritevole di menzione anche il decreto agricoltura approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 maggio scorso ed ora in corso di conversione proprio qui in Senato con il quale abbiamo ulteriormente rafforzato i poteri del commissario dell’Acqua per garantire l’implementazione delle misure più urgenti, strutturali e gestionali, per contrastare la scarsità di acqua ma soprattutto intervenire in termini strategici a compensare quello che non è stato fatto negli ultimi 60 anni. Sempre nel medesimo provvedimento abbiamo inoltre destinato 102 milioni di euro per la realizzazione degli invasi e al risparmio idrico negli usi agricoli e civili che provengono dalla rimodulazione del piano straordinario per il settore idrico.
Il quadro delle risorse previste è inoltre destinato ad essere implementato. Altri 15 milioni per la sola Regione siciliana in virtù dell’entità del tutto particolare della crisi dovuta alla siccità di quest’anno. La gravità della situazione in Sicilia richiede un intervento specifico. In collaborazione con il governo della regione siciliana abbiamo attivato un sistema di raccordo costante per assicurare che le risorse approvate anche all’atto della conversione del decreto agricoltura, entrino immediatamente nella disponibilità degli agricoltori.
A margine di questi interventi ricordo la massima disponibilità del Ministero nella valutazione ed approvazione delle richieste di declarazione di eccezionalità degli eventi calamitosi di cui al decreto centodue del duemila e quattro che disciplina il fondo di solidarietà nazionale a lei faceva riferimento e che devono necessariamente pervenire però al Governo su indicazione delle Regioni.
Queste iniziative fanno parte dell’impegno che come governo Meloni stiamo mettendo in campo per tutelare gli agricoltori italiani su ogni fronte. Un impegno che non si esaurisce nel rispondere a quella che viene definita un’emergenza ma che continua dando risposte di lungo periodo per affrontare questi problemi ormai endemici. Le casse dello Stato permettono pochi interventi rispetto a quanto ne avremo necessità e per questo abbiamo coinvolto il settore bancario con il protocollo d’intesa con il Gruppo Intesa – altri ne seguiranno sempre con il sistema bancario. Sono stati messi per il triennio 20 miliardi a disposizione del sistema agricolo e dell’agroindustria con un sostegno per riuscire ad attivarli senza tassi eccessivi e senza la possibilità di vedere le imprese e caricarsi tutto l’onere delle operazioni che di solito competono per chiedere dei contributi, a fianco ovviamente agli interventi che ben conoscete sul decreto agricoltura per abbattere i tassi e per intervenire con la moratoria che coinvolgono anche il sistema bancario. Mai nulla è sufficiente sostegno dei nostri agricoltori, dei nostri allevatori, dei nostri pescatori perché per noi, per questo Governo sicuramente è una priorità sulla quale insieme continueremo ad intervenire in maniera decisa sperando che gli errori del passato, anche in termini economici, non ci mettano in condizioni di rallentare troppo quello che dovrà essere uno sviluppo in Italia e in Europa e mettere di un nuovo al centro il nostro mondo produttivo e delle imprese perché significa lavoro e ricchezza per il popolo italiano.

Risposta al sen. De Carlo (Fdi)

Grazie Presidente. Mi scusi per la lunghezza degli interventi, ma siamo contenti che sia tornata così centrale la discussione sull’agricoltura nel nostro Parlamento da quando c’è questo Governo e desidero ringraziare il senatore De Carlo, tutto il gruppo di Fratelli d’Italia per la sottolineatura delle politiche del governo che, ovviamente, da uno dei partiti di maggioranza viene condivisa. Si auspica di poter dare ancora più corpo a quelle che sono le programmazioni, ancorandoci ai valori profondi che fanno parte della nostra cultura alimentare e valorizzando innovazioni tecnologiche come le TEA. Oggi voglio esprimere la mia solidarietà al campo sperimentale autorizzato dall’Europa, rispetto all’attentato fatto da ecoterroristi, che ci avrebbe permesso di rispondere anche alle questioni legate al riso e che cercheremo, anche in questo decreto, di garantire nella sua prosecuzione. L’Italia non si ferma davanti a chi compie atti di questa natura e allo stesso tempo contrasta la deriva di chi vorrebbe trasformare il nostro modello di produzione alimentare, che è anche garante dell’ambiente e del territorio, in qualcosa di diverso. Qualcuno ha immaginato che potessimo avere un futuro in cui i terreni agricoli ospitassero pannelli che impediscono la produzione, per finanziare energia per i laboratori che producono cibo. Non è il mondo a cui noi ci arrenderemo e su questo proprio nel G7 a Brindisi ci sono state parole importanti. In una Regione straordinaria come la Puglia, il presidente Meloni ha riportato al centro ancora una volta l’agricoltura, la protezione dell’ambiente nell’ambito dello sviluppo del Piano Mattei che ci mette in condizione di considerare l’Africa un Continente con più risorse, con una popolazione particolarmente giovane in modo da poter essere sostenuta ed aiutata per uno sviluppo che garantisca autosufficienza alimentare e ricchezza attraverso la valorizzazione dei loro prodotti. Sulla base di tecnologie e di formazione, i Paesi più sviluppati e democratici devono offrire, in una partnership che non sia né caritatevole né predatoria – come in passato è avvenuto- e permetta, di trattare l’Africa in pari condizioni rispetto a come l’Europa tratta con le altre Nazioni. Sono contento che lei abbia sottolineato il risultato straordinario del G7 pugliese, al quale ha partecipato il Sommo Pontefice e che ha avuto una rilevanza di carattere internazionale oltre ogni aspettativa, valorizzando il nostro territorio e le nostre produzioni. Ovviamente il G7 organizzato dalla presidente Meloni è insuperabile, ma cercheremo di compensare con il periodo più lungo di permanenza sull’isola di Ortigia. Abbiamo scelto Siracusa, luogo della tradizione, della scoperta, della cultura per la nostra Italia che ci permetterà di garantire una discussione che proseguirà mettendo a confronto le Nazioni partecipanti al gruppo del G7 con i Paesi africani che parteciperanno direttamente. Un confronto con le grandi organizzazioni mondiali per trovare una strategia e obiettivi precisi, in merito alla formazione dei giovani. I nostri ragazzi possono, con le loro competenze fornite da scuole eccezionali come gli istituti agrari, aiutare i loro coetanei africani affinchè anche loro possano scegliere se rimanere nelle terre vicino alle loro famiglie, piuttosto che essere costretti ad emigrare per la fame. Abbiamo però voluto affiancare al G7 della durata di 3 giorni, altri giorni. Dal 21 al 29 settembre saremo ad Ortigia e avremo la più grande esposizione del sistema agricolo e agroalimentare che in Italia si sia svolta probabilmente negli ultimi decenni. Non solo centralità di questa Regione ma vedrà la partecipazione di altre Regioni, delle grandi imprese, della grande qualità italiana perché è la vetrina del nostro sistema che auspichiamo essere guida per una politica di sicurezza alimentare che non sia ‘cibo per tutti ma con buon cibo per tutti’ al di là della ricchezza e di chi si può permettere sempre un’alimentazione ottimale, condannando magari gli altri a mangiare cose che riteniamo, invece, disprezzabili e non devono essere considerate cibo ma eventuale carburante per andare avanti.