04 Mag UE: riforma legge sulle biotecnologie per contrastare la Xylella
Il mondo della genetica ne ha fatta di strada dopo che 30 anni fa furono inventati gli OGM. Un modello di alterazione volontaria della natura che non è piaciuto per nulla in Europa e destinato a creare un monopolio per pochissime aziende a livello mondiale e una sudditanza degli agricoltori alle loro condizioni oltre a standardizzare prodotti agricoli.
La Commissione europea ha pubblicato il 29 aprile, su richiesta del Consiglio, uno studio sulle nuove tecniche genomiche (Nbt).
La nuova frontiera dell’agricoltura potrebbero essere strumenti come il genome editing e la cisgenesi, che avrebbero il potenziale per contribuire a realizzare il sistema agroambientale più sostenibile postulato dagli obiettivi del Green Deal e della strategia Farm to Fork.
La discussione sugli Nbt è propedeutica a una riforma della attuale legislazione sugli Ogm (Dir.18/2001 “Novel food”) che non risulterebbe adatta a regolare queste tecnologie innovative.
In proposito lo ha sancito una sentenza della Corte di Giustizia Europea che tre anni orsono, rispondendo al ricorso di un gruppo di associazioni ambientaliste francesi, aveva equiparato dal punto di vista legislativo le Nbt agli Ogm.
Civi-Italia, l’organismo nazionale che rappresenta il settore vivaistico, per bocca del suo presidente Luigi Catalano ha indicato alla terza Conferenza Efsa sulla Xylella fastidiosa la necessità di avviare «un programma su larga scala per costituire varietà di ulivo e di altre piante resistenti alla Xylella fastidiosa, anche utilizzando il nuovo biotech «per ottenere nuove varietà vegetali molto più velocemente rispetto ai metodi genetici tradizionali».
Le Nbt, o Tea (tecnologie di evoluzione assistita, come propone di chiamarle in Italia Siga (Società di genetica agraria) sono infatti in rapido sviluppo in molte parti del mondo, con alcune applicazioni già registrate e commercializzate di alcuni partner commerciali dell’Ue.
Nel frattempo è arrivato anche il via libera all’impianto di agrumeti nei territori del Salento dove la Xylella ha distrutto gli uliveti.