20 Giu Unhcr: 82,4 milioni di profughi nel 2020 nel mondo
L’United Nations high commissioner for refugees (Unhcr) è tornata a spiegare ancora una volta che se non si affrontano le ragioni che spingono le persone ad abbandonari i loro paesi e a emigrare il problema persisterà e rimarrà solo oggetto di sterili polemiche populistiche.
L’Agenzia Onu per i Rifugiati «Esorta i leader mondiali a intensificare gli sforzi per promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione, al fine di fermare e iniziare a invertire la tendenza che vede crescere il numero di persone costrette alla fuga da violenza e persecuzione da quasi dieci anni».
Il nuovo Global Trends report dell’Unhcr, pubblicato parallelamente al Global Report annuale, che riporta i programmi e le attività dell’Unhcr per affrontare i bisogni di tutti coloro che sono costretti a fuggire, così come le popolazioni apolidi conosciute nel mondo, sottolinea che «Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni». Si tratta di un aumento del 4% cento rispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019.
E sono cifre drammatiche. «Alla fine del 2020 c’erano 20,7 milioni di rifugiati sotto mandato Unhcr, 5,7 milioni di rifugiati palestinesi e 3,9 milioni di venezuelani fuggiti all’estero – si legge nel report. – 48 milioni di persone erano sfollate all’interno dei loro Paesi. Altri 4,1 milioni erano richiedenti asilo».
L’Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha ricordato nella presentazione del documento, che «Dietro ogni numero c’è una persona costretta a lasciare la propria casa e una storia di fuga, di espropriazione e sofferenza. Meritano la nostra attenzione e il nostro sostegno non solo con gli aiuti umanitari, ma con soluzioni alla loro situazione. La Convenzione sui Rifugiati del 1951 e il Global Compact sui Rifugiati (mai firmato dall’Italia, ndr) forniscono il quadro giuridico e gli strumenti per rispondere ai movimenti forzati di popolazioni, ma abbiamo bisogno di una volontà politica assai più decisa per affrontare, in primo luogo, i conflitti e le persecuzioni che costringono le persone a fuggire».
Fuga dal proprio paese di origine.
Più di due terzi di tutte le persone che sono fuggite all’estero provengono da soli 5 paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4,0 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni).
La stragrande maggioranza dei rifugiati del mondo – quasi 9 rifugiati su 10 (86%) – sono ospitati da Paesi vicini alle aree di crisi e da Paesi a basso e medio reddito. I Paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 27% del totale.
Per il settimo anno consecutivo, la Turchia ha ospitato il numero più alto di rifugiati a livello mondiale (3,7 milioni di rifugiati), seguita da Colombia (1,7 milioni, compresi i venezuelani fuggiti all’estero), Pakistan (1,4 milioni), Uganda (1,4 milioni) e Germania (1,2 milioni).
Le domande di asilo in attesa a livello globale sono rimaste ai livelli del 2019 (4,1 milioni), ma gli Stati e l’Unhcr hanno registrato collettivamente circa 1,3 milioni di domande di asilo individuali, un milione in meno rispetto al 2019 (43% in meno).
Il rapporto rileva anche che, durante il picco della pandemia nel 2020, oltre 160 Paesi avevano chiuso le loro frontiere, con 99 Stati che non facevano eccezioni per le persone in cerca di protezione. Ma l’Unhcr evidenzia che «Eppure, con misure adeguate – come screening medici alle frontiere, certificazione sanitaria o quarantena temporanea all’arrivo, procedure di registrazione semplificate e colloqui a distanza – sempre più paesi hanno trovato il modo di garantire l’accesso all’asilo cercando, allo stesso tempo, di arginare la diffusione della pandemia».
Fuga dentro il proprio paese di origine.
Altri milioni di persone sono state costrette alla fuga all’interno dei loro stessi Paesi: «Alimentato soprattutto dalle crisi in Etiopia, Sudan, paesi del Sahel, Mozambico, Yemen, Afghanistan e Colombia, il numero di sfollati interni è aumentato di oltre 2,3 milioni – spiega il rapporto Unhcr – Nel corso del 2020, circa 3,2 milioni di sfollati interni e solo 251.000 rifugiati sono tornati alle loro case: un calo rispettivamente del 40% e del 21% rispetto al 2019. Altri 33.800 rifugiati sono stati naturalizzati dai loro Paesi d’asilo».